PIANO URBANISTICO DEDICATO PER IL RIONE DI NOVOLI

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Osservazione-Proposta al Piano Strutturale

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UN PIANO URBANISTICO DEDICATO PER IL RIONE DI NOVOLI

 

Novoli, la città, il suo futuro

 

Nel quinto capitolo dell’enciclica Laudato si’, nel quarto paragrafo dedicato a Politica ed economia in dialogo, al n. 193 riflettendo sul tema dello «sviluppo sostenibile», Papa Francesco osserva che sono maturi i tempi per «una certa decrescita in alcune parti del mondo procurando risorse perché si possa crescere in modo sano in altre parti”.

A partire da questa straordinaria sollecitazione, sia morale che civile, uno dei temi di analisi per lo sviluppo sostenibile del pianeta riguarda la dimensione collettiva dei nuovi spazi urbani.

Occorre analizzare e approfondire nuove organizzazioni spaziali per una nuova società interculturale, fatta di una cittadinanza attiva e partecipante alla vita di relazione, solidale e democratica. Dobbiamo realizzare progettualità innovative dedicate alle nuove esigenze di organizzazione spaziale ed abitativa per le nuove soggettività, in particolare quelle più “deboli”.

È sempre più chiara e concreta l’idea che l’insieme degli spazi urbani e le loro relazioni, cioè il loro “sistema”, costruisca, consolidi e caratterizzi la città incidendo in modo significativo sulla qualità della vita della comunità urbana.

Una comunità molto articolata che ha bisogno degli spazi urbani per aggregarsi, riconoscersi, svilupparsi. Gli spazi urbani materiali sono insostituibili: gli attuali spazi virtuali (tv, internet, social network) favoriscono l’isolamento, e troppo spesso diffondono più o meno subdolamente avvisi manipolati variamente finalizzati. Il segno del decentramento della personalità, nell’illusione di sentirsi sempre più a contatto con gli altri. Ciò toglie a quegli spazi la possibilità di incidere positivamente sulla qualità della vita.

Per garantire libertà, democrazia e solidarietà gli spazi urbani materiali sono ancora essenziali.

Allora occorre analizzare e verificare se e come un uso e una nuova progettazione e strutturazione degli spazi urbani non edificati e delle risorse abitative non utilizzate – la rigenerazione urbana – possano contribuire ad un netto e visibile miglioramento della qualità della vita della comunità del quartiere.

 

La città, il quartiere

 

La città è un mix squilibrato di differenti insediamenti di persone diverse. Squilibrato perché gli abitanti prevaricano i cittadini, i turisti gli autoctoni, gli autoctoni gli stranieri, il popolo della notte i residenti, e via così.

Anche Firenze  appare in grande sofferenza, colpita da un imbarbarimento sociale frutto di perdita dell’identità, fuga dei residenti, chiusura delle botteghe artigiane, scadimento del tessuto commerciale, mancanza di sicurezza, vandalismi estetici e fisici. Sempre alle prese con un difficile equilibrio fra identità storica e vocazione turistica sempre più marcata. Laddove peraltro la riconversione di questi comparti o edifici deve passare inevitabilmente per una loro ri-lettura storico-sociale, ovvero dal recupero di quelle memorie di città cui esse hanno contribuito, e quindi riconnetterli al tessuto identitario di città nel quale le funzioni di quei luoghi hanno prodotto integrazione e memoria.

La città sta perdendo la propria identità e con essa se ne vanno le ragioni della sua configurazione e soprattutto le motivazioni per la sua sopravvivenza, ovvero la visione dei suoi obbiettivi futuri.

La città era un luogo di abitudini, di legami sociali, di memoria.

Ora è sempre più un nonluogo (citazione da Marc Augè) dove la gente è sempre più sola e di passaggio.

Il quartiere di Novoli rappresenta efficacemente questa stato di oblio socio-urbanistico.

Ripensato recentemente con un ruolo sempre più centrale nel nuovo assetto della città metropolitana, anzi enfaticamente dipinto come il “nuovo centro” di Firenze, il quartiere di Novoli in realtà non è più periferia ma nemmeno è diventato centro urbano. Sempre più spogliato delle attività commerciali di vicinato, e delle principali funzioni sociali come centri ricreativi, consultori, cinema, senza nessun evidente miglioramento procurato dai nuovi importanti insediamenti pubblici e privati come l’Università, il Palazzo di Giustizia, la sede centrale della Cassa di Risparmio di Firenze, uno dei quartieri più popolati di Firenze langue in uno stato di indefinita identità, anzi spesso Novoli viene associato più al degrado che al benessere.

 

Visione del futuro strategica e unitaria

La necessità di un riequilibrio fra la città pubblica e privata è un tema sempre più centrale e prioritario ed è associato al fatto che debba essere guidato e sostenuto dai principi etici fondamentali. Alla base di ogni convivenza vi sono regole chiare e soprattutto condivise. Prima di tutto però serve una riqualificazione e spesso una nuova progettazione degli spazi di relazione e di convivenza, offrendo luoghi di socialità e di scambio, come espressione fisica di un diritto irrinunciabile di comunità. Fondamentale appare allora il tema della rigenerazione urbana, il completamento e il miglioramento della città senza creare nuove espansioni ed edificazioni. Il disegno urbano può contribuire a creare un ambiente, un luogo, favorevole all’incontro/confronto. Occorre individuare la strategia, e poi attivare le risorse e le variabili necessarie per realizzarla. Quindi attivare strumenti innovativi, atti a promuovere dinamiche di solidarietà, in grado di rendere i cittadini veri protagonisti delle trasformazioni della propria città, in una nuova forma di democrazia del futuro, come la massima trasparenza e pubblicità degli atti della pubblica amministrazione, o come la facilitazione e l’approfondimento del dialogo fra cittadini e istituzioni. Occorre quindi fare appello al “volontariato civico”, quello che forma la buona cultura che fa pensare che il bene pubblico è anche mio, e che trasforma degrado e abbandono dei luoghi in nuovi punti di riferimento e di aggregazione, solidarietà, bellezza, legalità, condivisione.

 

La proposta

 

Proponiamo che la riorganizzazione del rione di Novoli venga realizzata mediante la predisposizione di un Piano Urbanistico generale dedicato a Novoli, una progettazione unitaria che il rione, cresciuto sotto l’input della speculazione edilizia, non ha mai avuto e la cui assenza ha penalizzato le originali potenzialità storiche ed identitarie, rendendolo periferia disordinata e senza anima.

Anche in questa occasione ci permettiamo di segnalare e sottolineare quanto sia necessario ed ineludibile recuperare ai gravi errori che hanno prodotto evidentissimi deficit sulla qualità della vita dell’intero rione che, ricordiamo, è parte di Firenze e come tale va governato con la medesima sensibilità e attenzione di molte altre parti della nostra città ben attrezzate e ben seguite dall’Amministrazione Comunale. Sottolineamo la necessità inderogabile di una ricomposizione del tessuto urbano del rione in modo completo, ordinato e attento alla qualità della vita dei cittadini.

 

Questo Piano Urbanistico dovrà:

  • essere uniformato e seguire gli indirizzi dell’Agenda 2030 dell’ONU, ovvero utilizzare metodi e meccanismi di pianificazione basati su obiettivi per ottenere risultati sociali, economici e ambientali più sostenibili;
  • riorganizzare la vita del rione seguendo il modello della città a 15 minuti, che valorizza la vicinanza dei servizi a una distanza massima di15 minuti a piedi o in bici e l’appartenenza a uno specifico contesto urbano;
  • rendere centrale la prossimità, vivere cioè in un quartiere in cui può avere accesso a tutti i servizi di cui si necessita e a seconda delle esigenze specifiche di ogni fascia demografica;
  • porre il verde come elemento centrale e fondante del nuovo assetto del rione;
  • essere completamente partecipato per diventare il primo piano urbanistico sostenibile, inclusivo e partecipato di Firenze, un modello innovativo e di grande prospettiva per l’intera città e non solo.

 

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