La nostra storia

le origini dell'area di novoli e dell'associazione

Novoli, un po’ di storia

Novoli ha alle spalle, come molte delle aree periferiche fiorentine, una storia molto antica, addirittura romana e con importanti presidi medioevali. Il toponimo “NOVOLI” parte dal fatto che un tempo l’intera zona era paludosa e ritroviamo questo nome nelle carte e mappe comunali del 1871. Novoli fece parte del comune del Pellegrino fino alla sua soppressione (1865) quando avvenne la divisione tra il Comune di Firenze e quello di Sesto Fiorentino (parte della parrocchia di San Cristofano). Nel 1928 durante l’ultima espansione fu totalmente annessa. Secondo lo storico Rohlfs, il nome di Novoli deriverebbe dalla parola latina Novulum-Novale, cioè campo da arare. Sembra infatti che così venisse comunemente chiamato il feudo, il cui nome esatto era Santa Maria de Novis, ma le origini del centro abitato sono incerte. Si pensa che il villaggio sia stato fondato, intorno a tre antichissime chiese (S. Salvatore, S. Giovanni e S. Maria Madre di Dio), dagli abitanti del casale di Porziano, provenienti da un’altra zona paludosa poco distante che gli diedero il nome di Santa Maria Nove. Rimangono ancora ben conservate le tracce storiche del passato: dalle chiese, tutte e tre dell’anno mille, di San Donato in Polverosa, di Santa Maria a Novoli, di San Cristofano, senza dimenticare la Villa degli Agli e Villa Demidoff. Su queste ultime tuttavia la storia ha inciso fortemente: la Torre degli Agli è stata abbattuta dall’esercito tedesco nell’ultima guerra, mentre Villa Demidov è stata trasformata da una discutibile operazione edilizia, che l’ha suddivisa in abitazioni di lusso dopo la definitiva spoliazione e distruzione dell’antica reggia appartenuta e costruita dai nobili russi Demidov. Se questo è il passato antico, tuttavia è il passato prossimo, il presente e le ragionevoli prospettive future a interessare in modo più specifico l’attività di ricerca e di progetto. Perché Novoli è stata per molto tempo, a partire dall’insediamento Fiat del 1930 e di quello successivo dell’azienda olearia Carapelli, una zona industriale, che conteneva oltre agli stabilimenti industriali anche le case degli operai. Poi il boom economico e quindi edilizio degli anni ’50 e ’60 comporta per l’area, sotto la pressione della speculazione edilizia, un caotico, disordinato, pesante processo di urbanizzazione. Risultato: è “l’assalto alla diligenza” delle lottizzazioni di iniziativa privata. Poi nel 1962 con il Piano Regolatore redatto dall’allora Assessore all’Urbanistica Prof. Edoardo Detti si dà vita al primo tentativo di “riqualificazione” del quartiere. Un passaggio che però non è scevro neppure di qualche accenno a ciò che il futuro riserverà a questo quartiere industriale. Ad esempio, negli anni ’60 nei palazzoni a sette- otto piani che sorgono come funghi vengono introdotti particolari che inducono a pensare alla previsione di un “cambio” ancora molto timido di utenti: pavimenti in marmo, ad esempio, stucchi alle pareti, qualche tentativo di rendere il costruito innegabilmente più “borghese”. La svolta però arriva negli anni ’80, quando la Fiat si ritira, dismette la fabbrica e investe il proprio patrimonio immobiliare, cioè i 32 ettari di terreno su cui insisteva la fabbrica,  per realizzare un nuovo grande progetto edificatorio e una nuova “rilettura” di quella porzione di città e soprattutto del quartiere di Novoli. L’introduzione di centri come la sede della Regione Toscana, il Palazzo di Giustizia, il Polo universitario di scienze sociali,  diventano le premesse per dare infine una svolta decisa a un processo che in qualche modo ha preso piede almeno un decennio prima: il cambio di ceto di nuovi residenti (medio-alto), creando così un fenomeno sociale e urbanistico insieme. Si passa quindi dal ceto popolare della classe operaia delle fabbriche (dismesse) al ceto altoborghese, impiegatizio-professionale, degli studi di avvocato e dei docenti universitari. Con il risultato di cambiare profondamente il tono generale dell’area. Non si limita a cambiare a poco a poco le caratteristiche “visive” degli edifici (e i loro prezzi sul mercato, che di fatto completano la rimozione delle classi meno abbienti dall’area) ma anche il tessuto socio-economico urbano: più ristoranti, cinema, una piazza dentro l’Università con tanto di supermarket, vari esercizi commerciali e iniziative come mercatini artigianali e librari, nel parco di San Donato, danno un tono diverso all’area, riportandola più vicino a standard europei e occidentali. Non ultima la stessa tranvia, che renderà facile e veloce il passaggio dal centro storico della città al quartiere di Novoli. 

In tempi recenti si sono insediati nell’ex area dello stabilimento FIAT:

– il Polo Universitario di scienze Economiche e Politiche (di grande tradizione storica);

– il nuovo Palazzo di Giustizia (di grande impatto urbanistico);

– la sede toscana della Banca nata dalla fusione tra Cassa di Risparmio di Firenze e Intesa – San Paolo;

– il centro commerciale plurifunzionale di San Donato (mercato grande distribuzione, cinema, piscine, palestra);

– Hotel di una grande catena internazionale;

– il centro residenziale San Donato;

– il parco privato (in uso pubblico) di San Donato

– megaparcheggio sotterraneo.

Novoli Bene Comune

Novoli Bene Comune è un Associazione che, affidandosi allo spirito di partecipazione e inclusione dei propri volontari, mette in campo energie e prassi partecipativa per l’obbiettivo primario della promozione di una vita sociale rispettosa delle diversità, ma unita nel condividere i “beni comuni” che la natura e i nostri progenitori ci hanno lasciato. L’Associazione è composta da un gruppo di cittadini – liberamente riunitisi senza influenze partitiche o economiche – animati dal solo desiderio di “vivere e far vivere meglio” nel quartiere chi ci abita, ci lavora, ci studia, ci passa, valorizzando quanto di buono già c’è, come le numerose pievi e ville, e cercando, d’intesa con le istituzioni preposte e con tutti i soggetti interessati, le soluzioni migliori ai problemi e alle difficoltà innescati dai grandi processi di cambiamento del mondo attuale e dalle consistenti e repentine modifiche del tessuto urbanistico, paesaggistico, sociale e di relazioni dettate dal modificarsi dell’assetto cittadino. Una iniziativa civica che stimola il livello di attenzione e partecipazione diretta di tutto il corpo sociale del quartiere, stimolando le buone pratiche del civismo, ponendo particolare attenzione alla sostenibilità ambientale e alla giustizia sociale, attivando in piena autonomia un confronto e dialogo, sia di critica che di proposta, con l’Amministrazione cittadina. Fin dal suo nascere, Novoli Bene Comune ha voluto esaminare e prendere coscienza dello stato di salute del proprio territorio, individuando le difficoltà che esistono dal punto di vista delle opportunità di aggregazione sociale, dei servizi sanitari, scolastici, commerciali e sportivi, della viabilità, dei trasporti e dei parcheggi, delle aree verdi. Sono stati schedati gli edifici storici abbandonati, in degrado o sottoutilizzati, si lavora per disegnare una mappa delle opportunità esistenti e dei fabbisogni insoddisfatti, si cerca di comprendere l’entità dei problemi di sicurezza del vivere quotidiano (furti, droga, prostituzione) e la percezione che di essi hanno i cittadini. Lo scopo di questo impegno non è quello di contestare e protestare contro qualcuno, ma di documentare in forma storica, scientifica  e puntuale – con dati anagrafici e statistici, schede informative e mappe del territorio – le criticità emerse dall’ascolto degli abitanti e di proporre indicazioni e suggerimenti alle istituzioni e alle autorità competenti affinché tengano conto di quanto in quest’area viene esperito, di ciò che gli abitanti del quartiere desidererebbero avere. Si è così attivato il progetto La Nuova agenda urbana per Novoli in collaborazione con l’Unità di Ricerca PPcP del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, affinché l’impostazione programmatica, la elaborazione dei dati raccolti, l’approfondimento di ricerca fosse fondata su metodologie accertate, condivisibili, autorevoli. L’Associazione organizza incontri/assemblee mensili che si svolgono in modo itinerante in tutte le sedi di vita sociale presenti nel quartiere (chiese, circoli ricreativi, palestre, gallerie artistiche, biblioteche) sia per stare vicino alle persone e coinvolgerle direttamente sui problemi che li riguardano, sia per rispettare e valorizzare le diversità culturali e associative presenti nel tessuto del quartiere.

Un progetto innovativo: la Nuova agenda urbana per Novoli

La Nuova agenda urbana per Novoli è il titolo di un progetto di ricerca innovativo che è stato attivato dalla Unità di Ricerca PPcP insieme all’Associazione Novoli Bene Comune. Si tratta di un’attività sinergica, fra cittadini e università, per l’individuazione di strategie e obiettivi, attraverso un processo partecipativo, per la produzione e la promozione di progetti e iniziative utili al miglioramento della qualità della vita del quartiere. Si cerca anche di capire quali nuovi caratteri morfologici e sociali daranno una nuova identità a questa parte di città, scoprendo con la partecipazione diretta dei suoi abitanti una vitalità nuova, moderna, coinvolgente, molto curiosa, riportando con inserti d’arte vita e dignità nuove dove prima regnava degrado e scarsa qualità.  Per il progetto elemento di particolare rilievo e innovazione è l’applicazione di un modello analitico originale a partire dagli Indicatori di Sviluppo Sostenibile di ONU e FESR, in modo da dare un contributo  che, cambiando di scala, passi dal globale al locale e viceversa.